domenica 8 giugno 2014

Il Paese più bello del mondo e la vergogna

Reduce dalla passeggiata, la sua prima nell'afa, provo vergogna pura.

Ti porto in quel parco invitante fuori città, sembra ombroso? Una delusione. Facciamo due passi nel viale con gli alberi che ci riparano dal sole? Pure troppo, con i polloni minacciosi. Ma quella è natura.

Vogliamo parlare dei rifiuti? Vetri, plastica, sigarette, oggetti che hanno perso l'identità. Poi tu osi fare i tuoi bisogni e li raccolgo, come da contratto civico e civile. Andiamo a cercare un cestino. Ci rinuncio.

Torniamo in macchina, io, te e il sacchetto prezioso. Lo butterò nel contenitore del parco per i cani. Che è pieno. L'erba ormai è altissima, almeno quella degli umani l'hanno sistemata. Un gruppo di ragazzi scavalca la recinzione: bevono e si lavano nella fontanella. Li contemplo mentre tornano nella loro zona felice, ma con l'acqua a ben 100 metri.

Non ti posso lasciar qui in mezzo alle spighe e spero che finalmente il Comune tagli anche qui...

Intanto, cucciola, non so come chiederti scusa dello spettacolo che vedi ogni giorno.

Il Paese più bello del mondo, quello che se la tira, che vuole nutrire il pianeta con Expo e bla bla bla.

Ma intanto si colora di rifiuti giorno dopo giorno.







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