domenica 17 giugno 2018

Incontro

Io che conosco in parte le tue lotte, le tue ferite, le tue attese, mi stupisco ogni primavera della tua bellezza. 

Un acero rimasto solo, senza più le rose e fratello pino. Aggrappato a una recinzione, osi buttarti fuori quando arriva lui, che ti incoraggia.

La vostra fusione, un incontro, un fuoco di vita. Il sole gioca con la tua bellezza e la alimenta, chissà se con un pizzico di vanità.

Perché in te mi illudo di leggere, almeno un poco; davanti a lui abbasso il capo.

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