Mi chiesero un tema che si ispirasse al Giro e alla mia città, a ciò che me la faceva percepire come unica: io optai per il viale, il Viale della Gloria. Quello che tanti chiamano così anche se non esiste.
Quello che ti accompagna ininterrottamente dall'inizio alla fine della città. A volte, quando rientro a Busto, stordita e pensierosa, respiro davanti a questo abbraccio interminabile.
È ciò che mi dice da sempre: sei a casa.
Adesso ecco arrivare una rotonda ed ecco togliere delle creature di nome tigli in un punto.
Io non faccio politica o polemica, ma sento una ferita, nel mezzo del nostro viale.
Che chiamavano Viale della Gloria. Oggi non scriverei più quel pezzo (al netto del nome di battesimo sbagliato), mi farebbe troppo male.
Nessun commento:
Posta un commento