Chiedo scusa del ritardo a una persona che mi interrogava,
ma ero al lavoro. Solo la notte, o la mattina presto, mi ricavo uno spazio
tutto mio: allora mi escono raffiche di pensieri, come soffi indecisi di vento.
E li metto nero su bianco.
Li affido a un vento diverso, quello del pc. Quello della
rete. I miei pensieri nascono, sbocciano o appassiscono subito.
Li affido alla rete la mattina presto, poi li distribuisce
con il suo timer. Già non mi
appartengono più.
Intensi o banali, vicini o distaccati, mentre io sono fuori
a viaggiare nel mondo, loro hanno già una strada tracciata.
Buona notte
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