Stamattina ho comprato persino la Gazzetta, che vuoi di più dalla vita. Ma non è una conversione in rosa (anche se Sara Errani è complice nella scelta), è che ho voglia di azzurro.
Ne ho voglia, anche se non sono mai stata una fanatica della nazionale, specialmente quando era geograficamente noiosa. Anche se nell'82 non si disputarono mai i mondiali di calcio.
Ne ho voglia, tantissima, anche se Prandelli mi piaceva, ma ha già preso a parlare troppo e mi ricorda che siamo italiani. Non vedo l'ora di combattere, anche se in quella squadra ho un solo cavaliere, e pure bistrattato dalle mie parti: Danny De Rossi.
Questo Paese capace di esaltarsi e abbattersi da solo, comandato a bacchetta, mi annoia.
Tifo azzurro perché mi va e me lo sento persino come un dovere, in questo momento in cui il calcio e il dovere sono due parole più estranee che mai. Tifo pure Balottelli, e ciascuno di quelli che scenderanno in campo con il mio Paese.
Perché non sono loro che mi interessano, non sono le loro storie, i loro vezzi e i loro vizi, le loro follie o i loro stipendi. Loro passano (speriamo anche la palla).
Ma mi piace l'azzurro. Vada come vada, io ci sarò.
Nessun commento:
Posta un commento