sabato 16 giugno 2012

Sordi, l'irritazione e i Soliti idioti


Una cavalcata di ricordi contratta in pochi minuti. Rivedendo Alberto Sordi in occasione del suo compleanno, ho pensato a quel misto di riso e irritazione che provo ogni volta.

Sì, perché Alberto fa ridere, ed è irresistibile in molte occasioni, in altre magari si fa più fatica a divertirsi specialmente negli ultimi tempi. A volte sono però scossa anche da quella strana irritazione: non è contro di lui. E’ contro di noi, è una piccola ribellione che lui riesce a innescare, quando ti espone così brutalmente le nostre furbizie e le nostre miserie.

Già, mi irrito perché mi riconosco come italiana in tante derive. E devo dire un’altra cosa, maturata di recente. I Soliti Idioti sono il fenomeno dei nostri tempi freschi, anche se l’ultima serie mi ha lasciata sconcertata in più casi senza strapparmi alcun sorriso, né meditazione.

La gag di padre e figlio però aveva un sapore di déjà vu. Ma sì, così lontana e solo apparentemente diversa, intinge il suo precedente nel viaggio di papà Sordi e figlio Verdone. Linguaggio differente, crudeltà meno bruciante (ammesso che sia così, perché quella interiore non è sempre meno dolorosa) e diversi punti di contatto. Solo che Albertone fa anche pensare, e l’affetto riesce a farsi strada faticosamente, pur lottando con l’egoismo. I semi, tuttavia, erano già lì. Innaffiata con la rabbia.

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