mercoledì 20 giugno 2012

Un volto che fugge dalla mattina

Solo un volto, un saluto garbato e sommesso. Mi ha accompagnato per anni, quando la mattina passavo di lì.

Un volto serio, dove non c'era posto per un sorriso di smancerie, soltanto per la gentilezza.

L'ho visto per tanti anni, quanti non li voglio contare. Forse avrò scambiato quattro parole con quel signore, che attraversava la strada tra il negozio e il deposito.

Ma faceva parte del mio affresco di pace, attingeva a ricordi lontani e mi trasmetteva illusione di normalità: sta andando tutto bene.

No, non va tutto bene. Va come deve andare, e noi dobbiamo farcene una ragione.

Un volto che fugge dalle mie mattine e anche se so, anche se voglio credere che ci sia una stella in cielo, adesso non riesco a pensarci.

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