Truman, che mi affliggi e mi consoli con le tue pagine. Le stanze sono numerose, e rimbombano le voci. Camminano i tuoi personaggi, e io non riesco ad accarezzarli.
Altre voci altre stanze. Dov'è l'anziana che metteva batuffoli di cotone in bocca. Dove si rifugia la monella inviperita. E la piccolissima creatura infelice.
Truman Capote, felice il giorno in cui sei nato. Anche se infelici spesso ci rendono, ci rendiamo. Anche se i finali dei libri non sono quasi mai un'illusione.
Io ringrazio il cielo che ti ha donato, e mi ha viziata con viaggi teneri e feroci.
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