lunedì 11 giugno 2012

Francisco sarebbe stato un uomo (auguri patroncino)


Auguri patroncino

Non è da tutti avere un patroncino così giovane e così coraggioso. Francisco e il suo volto serio mi osservano dall’immaginetta.

Oggi i miei auguri sono per lui, che avrà tutto ciò che esiste di più bello; ha visto Maria quando era un bambino, e presto ne ha potuto riottenere l’abbraccio, il mio cuore non ha dubbi.

La sua faccina rotonda, i suoi capelli chiari e morbidi chissà come splendevano a Fatima, terra di piena luce. Sarebbe stato un uomo, dicevano i familiari,  e pareva davvero un bambino robusto e di buona salute. Aveva un’indole deliziosamente pacifica, quel bimbo che con la sorellina Giacinta e la cugina Lucia avrebbe vissuto un’avventura così straordinaria.

Amava divertirsi, non vincere. Accarezzo una frase del mio patroncino, che vorrei poter usare anch’io con convinzione. Quando qualcuno si ostinava a dargli torto – raccontano i familiari – lui cedeva facilmente e diceva: Credi di essere tu il vincitore? E così sia. A me poco importa.

In realtà, perdeva quasi sempre, così – viene sempre narrato – pochi desideravano giocare con lui. Non dava la soddisfazione di chi è battagliero.

Eppure non era pauroso, anzi era ardito. E adorava gli scherzi. Non sapeva fingere e non nascondeva il suo amore per la natura e la musica.

Amava imitare il gorgheggio degli uccelli: guai se li toglievano dai nidi. I fiori lo incantavano e le stelle che descriveva come “lampade che la Santa Vergine e gli angeli accendono per diradare le tenebre della notte”.
Lui che era un bambino come tanti altri, un giorno vide la luce più bella. Un giorno, gli chiesero cosa volesse fare da grande e lui rispose: non voglio essere niente, desidero morire andare in Cielo. Lui da tempo era immerso in preghiera e pensieri, a volte si isolava per cercare di consolare “Dio tanto triste per causa dei molti peccati”.

Si ammalò e morì dopo tante sofferenze, il primo ad andarsene dei pastorelli.  Guarda mamma che luce bellissima, disse. Forse lo dice ancora, mentre creature come me annaspano nel buio.

Auguri in cielo patroncino

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