Lavorare, arraffare, consumare: ecco dove siamo arrivati. E
non abbiamo idea di dove andremo, se guardiamo nelle pieghe del mondo e di noi
stessi.
L’antidoto è sempre lì che ci osserva, forse un poco
sconsolato. Scriveva don Carlo Gnocchi e vedeva in questo una certezza:
lavorando per gli altri si provvede anche a sé. E aggiungeva: se molti fossero
quelli che comprendono queste verità ed hanno questa larghezza di spirito, il
mondo andrebbe molto diversamente da come va”. Era una lettera del 1949, è una
lettera di oggi.
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