martedì 5 giugno 2012

Le mani di David Hemmings


Mi sono informata e sembro quasi una giornalista. Sì. David Hemmings se n’è andato nel 2003 e aveva superato di poco la sessantina. Un giornalista accurato scriverebbe: è morto a 62 anni. Cuore, dicono, mentre stava girando un film.

David Hemmings per me è il perno su cui si poggia Profondo rosso, assieme a Clara Calamai. Simpatica la Nicolodi, ma fine della storia.

Leggo che Argento lo scelse – anche – perché sapeva suonare il piano sul serio. Fu voluto pure da Michelangelo Antonioni, guarda un po’.

Il suo sguardo teneramente freddo contribuisce a calmarmi in Profondo Rosso. Adesso, istintivamente, gli guardo le mani.  E penso all’anima che celano.

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