Mi sono informata e sembro quasi una giornalista. Sì. David
Hemmings se n’è andato nel 2003 e aveva superato di poco la sessantina. Un
giornalista accurato scriverebbe: è morto a 62 anni. Cuore, dicono, mentre stava girando un film.
David Hemmings per me è il perno su cui si poggia Profondo
rosso, assieme a Clara Calamai. Simpatica la Nicolodi, ma fine della storia.
Leggo che Argento lo scelse – anche – perché sapeva suonare
il piano sul serio. Fu voluto pure da Michelangelo Antonioni, guarda un po’.
Il suo sguardo teneramente freddo contribuisce a calmarmi in
Profondo Rosso. Adesso, istintivamente, gli guardo le mani. E penso all’anima che celano.
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