Allora per sconfiggere ogni tentazione di malinconia, indosso il giubbotto di pelle. Infilo il berretto maledetto, anzi ironico occhieggiante, del Rocky Horror Picture Show. La matita nera corre sugli occhi, e l'indecisione frena il rossetto giusto.
Miles Kennedy ha appena trasmesso la vibrazione giusta, ma è Slash a dare il colpo finale: la chitarra sta strozzando ogni volontà di pensare.
tu sei una bugia, è il canto rabbioso, e non vorrei essere nei panni della persona che riceve queste frustate di parole e note.
Ma mi devo prendere una morale, e tenermela stretta.
Sono fragile, non scema.
Slash, qualcuno l'aveva cantata un po' più sviluppata, per dirla tutta. Sono un giocatore d'azzardo ma non sono lo scemo di nessuno. Mr. Paul Stanley, 30 anni prima. Mi comunica ancora brividi devastanti.
Ora sono qui, per una notte rabbiosamente rock.
Arrivo, tolgo il berretto e arrivo.
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