La mia collega e io camminiamo nella sera. Varese è scura e silenziosa, e non c'è luce che le dia speranza stasera.
Una ragazza dai corti capelli biondi arriva dalla parte opposta. Stavo scrivendo "dalla corsia opposta", pensa come siamo conciati.
La mia collega - la mia piccola roccia - sta parlando di un universo bellissimo, tra gatti e cavalli. Ma quella ragazza, quel volto nella notte è triste e si fa strada a fatica.
Naturalmente, sono io che leggo quell'ombra, quel misto di insofferenza e tristezza. Magari è una donna felicissima.
Tuttavia, come spesso accade, non riesco a scordarmi quel volto e la parte buona di me - quindi non Arguta, tiè - vorrebbe tendere una mano verso di lei, anche ora che è lontana.
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