Un blabla intercettato distrattamente, mi fa aprire un cassetto. Solo per infilarci un promemoria: non devo dimostrare niente.
A chi si improvvisa governatore della tua vita o di un gruppo, tirando fuori il libretto delle note: bello, noi amavamo, piangevamo, ridevamo quando tu eri distratto altrove, gli dice Arguta Paffuta. Lei ne ha trovati tanti di soggetti così, nel piccolo e nel grande, sull'asfalto e nell'erba.
Ma a tutti ha detto: non ti devo dimostrare niente. E vale per chiunque, anche per noi stessi. Sappiamo cosa è giusto, anche se possiamo negarlo; sappiamo cosa si aspettano da noi. Non sempre si incontrano.
Vivere è già una bella impresa senza che diamo retta al primo o all'ultimo, compresi noi stessi: dimostrami quanto vali, dimostrami quanto ci tieni, dimostrami che sei dalla parte della ragione (tradotto altrimenti, dalla sua).
No darling, dimostratelo tu. Io vivo e viaggio, cercando ciò che è giusto e sbagliando. Ma se pensassi di avere la verità, mi fermerei come te.
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