Dopo aver riempito libri con la loro presenza ed essere rabbrividita di fortuna, un giorno ho smesso di cogliere quadrifogli.
Ho pensato che la fortuna è autentica, quando condivisa. Perché allora portare via la prima benedizione, la vita?
Del resto, la gioia più forte, da far battere il cuore, è sempre stata quella di vederli: cogliere la loro capacità di essere speciali, con naturalezza. Non cogliere la loro vita.
Non so quanto duri l’esistenza di un quadrifoglio, ma un giorno, un minuto, immerso nell’erba mi appare un tesoro inestimabile, su cui non voglio più recidere io.
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