Esco troppo presto per intercettare il flusso ancora assonnato degli studenti, solitamente. Stamattina, però, ho visto un cancello spalancarsi e due ragazzi uscire, in apparenza con lo zaino.
Vanno a scuola, mi sono detta. Poi sono sobbalzata: no, la scuola non c’è. Avranno un’altra meta con quegli zaini pesanti. Così pesanti che me li ricordo ancora: ci feci la tesina all’esame di giornalismo, tanto mi doleva simbolicamente ancora la schiena.
Più pesante dello zaino, però, c’è questo vuoto. Non è una polemica, non ho brillanti soluzioni in tasca: nemmeno opache.
Mi addolora la prova che sta affrontando questa generazione. E mormoro solo una preghiera: che anche per questa prova, sia migliore della mia.
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