Questa è la rosa, anzi la rosa di mio padre. Da lui donata, per i momenti più nascosti. Perché lei sta nascosta e cerca di far dimenticare tutti di lei. Per ottenere la sua privacy, si è infilata sotto un acero che tenta di essere più rosso di lei.
Sembra assopita per mesi, anche se le sue foglie gridano che sta pensando. All'improvviso, in un pomeriggio dal retrogusto autunnale, esplode il suo rossore e nemmeno l'acero lo oscura, anzi ne va fiero.
La pioggia tenta di sfiorarla, stupita. Non si può addomesticare, c'è solo il tempo per un grazie, prima che si ritragga.
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