La mia città nel sangue, come la mia valle: non dimentico che metà di me affonda le radici lì. Sono una bambina che attraversa volentieri le strade accanto all'Olona, montagne russe per continuare a giocare.
A Marnate oggi, con i miei amici della Pro Patria, la conferma che sono luoghi meravigliosi. Piccoli, ed enormi perché capaci di unirci. Si sa ascoltare la gente, senza tribunette su cui arrampicarsi per dispensare dubbie lezioni.
Il sindaco, non mi viene da chiamarlo sindaco. Ma non per mancanza di rispetto. È il Celestino. Lo conosco da tanti anni, ma anche chi l'ha visto oggi per la prima volta, lo chiamerà così. Un uomo che ha aperto subito il cuore a noi tifosi, al nostro libro spontaneo, alla nostra amicizia.
Appena finito (e vinto, per chi non si è goduto la festa) il campionato, il Celestino ha premiato un suo concittadino: capitan Serafini. Con lui il Piso (per noi), ovvero l'assessore che porta la sua passione in municipio tutti i giorni.
Ti ascolta, Celestino, e ti spalanca il mondo. Dai ragazzi, uniamoci per la Pro. Lui che da bambino, andava al campo e manovrava le canne dell'irrigazione, racconta. Lui che sa che il calcio, quello vero e profondo, tiene insieme le persone e le rende meno estranee.
Lui, il suo paese, la sua valle. Che resta verde, anche quando la aggrediscono. Io conosco poche tigri, come la Valle Olona, capace di rialzarsi ogni volta.
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