Questa è una lettera aperta a Slash e se non mi ascolta gliela consegno a Milano, ecco. Ha rubato il mestiere a una mia amica, e questo un grande chitarrista non me lo doveva fare (a proposito, è il compleanno pure di Baudo, non è lui che dice così?).
Ogni santo giorno o quasi Slash pubblica un resoconto del suo concerto, un accenno del suo disco e un necrologio. Un morto nel campo della musica, insomma. Ora è carino e sensibile, si intende: giusto partecipare al lutto. Però accidenti, anche a Virgin Radio, gli hanno chiesto se muoiono un po' troppi musicisti, e lui ha risposto seriamente alla domanda. Cioè no, gli scappava un sorriso, ma ha risposto. Tra l'altro, gli hanno ricordato che aveva lavorato con Michael Jackson, e a me questa notizia era scappata. Il che era anche consolatorio.
Slash concentrati sul nuovo disco, che è meraviglioso. E su tutto ciò che vuoi. Ma basta necrologi o piango peggio di una November Rain.
Grazie, caro, stasera sei tornato a parlare di musica. Se però entro domani compare il necrologio di Welch, vengo a trovarti a Milano. Del resto ogni scusa è buona, no?
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