La lotta delle operaie in Inghilterra per una paga giusta scorrerà anche tra troppi vestiti e chiome impeccabili. Ma mi scardina anche per la data, scolpita dal film "We want sex". Nascevo io dentro quell'anno, una piccola grande battaglia come altre che avrebbero attraversato il mondo.
Adesso dovrei scrollare il capo e dire: è trascorso mezzo secolo e si vede. Ma non riesco. Perché esaminando il mondo, il cammino compiuto e ancora più quello da compiere, non lo vedo affatto.
Esco con qualche lacrima di troppo dalla proiezione del cinema Gloria per la festa delle donne, lacrima che faccio sparire in fretta: si sa come sono le donne secondo l'austero verdetto (maschile, ma forse un po' anche nostro), quando frignano, come ama dire chi ci critica e dunque anche un po' noi.
Allora, mi ribello. Non le cancello troppo bene, quelle lacrime e partecipo al dibattito organizzato da Cgil, Cisl e Uil con gli studenti. Ascolto e mi confronto prima con Adria e Chiara, quindi aspettiamo, chiediamo l'intervento dei giovani. Sono una giornalista, mi piace ascoltare storie. Ascoltare è termine freddo, sentirle e provare a farle rivivere. Domando ai ragazzi che cosa vorrebbero fare da grandi, anche se mi sembrano già grandi dai loro discorsi.
Sono tutti mestieri belli, se li renderanno felici, ma stasera ne scelgo due per ringraziarli. Un giovane vuole fare l'educatore negli asili nido e io esulto. Perché i bimbi hanno bisogno di figure maschili e femminili, anche nei nidi: non potrà che giovare loro.
L'altra ragazza confessa che vorrebbe fare la benzinaia, ma a casa nicchiano. Allora le rivelo io qualcosa. Ci sono due distributori dove vado abitualmente: uno ha tanti uomini, ciascuno di un Paese diverso, e adoro fermarmi, trovarli sempre disponibili e pazienti, buttare lì un aneddoto o una battuta.
L'altro impianto dove sosto volentieri, ha una benzinaia. Lei è delicata d'aspetto e ha occhi sinceri: conosce la gentilezza. Accanto a lei, c'è anche un signore non meno cortese, con i capelli bianchi. Sa che sono una grande viaggiatrice e qualche volta mi domanda, quasi preoccupato: signora, fin dove va oggi?
Io adoro però la mia benzinaia, perché sembra contagiare tutti con il suo garbo. Fa un lavoro duro e lo rende così lieve agli occhi di chi passa.
Io non so se perché sia donna. So che ti vorrei dire, ragazza del Gloria: fai la benzinaia.
Perché stanotte sento così: che il mondo ha bisogno di un educatore di nidi e di una benzinaia.
Notte.