giovedì 3 maggio 2012

Delio e il dispiacere

Forse, senza elementi in mano precisi e definitivi, non bisognerebbe parlare. Ma quando mai li abbiamo, non lo so. Forse almeno, è meglio non condannare con facilità e neanche mitizzare.

Sono ragionamenti che svaniscono di fronte a una sensazione: io provo soprattutto dispiacere per quanto si è visto in queste ore. Non so se sia giusto punire così pesantemente Delio Rossi, in un mondo che ha due pesi e due misure spesso e volentieri. Se fosse vera la frase sul figlio, non lo giustificherei ma lo capirei: uso parole di una persona più saggia e intelligente di me, Giancarlo Antognoni.

Mi spiace. Alzare le mani è una cosa terribile, che non si dovrebbe fare mai e lascia una cicatrice indelebile. Magari non a un ragazzo arrabbiato con il mondo e che mostra poco rispetto. Ma chi lo sa. Mi spiace che l'abbiano visto tanti ragazzi. Del resto, vedono spettacoli simili in altri luoghi, in altre circostanze: nei campi sportivi, negli scenari politici e in altri che magari non immaginiamo.  Non vedono uguali reazioni, uguali provvedimenti.

Ma forse sono distratta io. Davvero, non ho giudizi. Ho solo dispiacere per questo nostro calcio, e perché siamo così netti solo a volte nell'adottare provvedimenti; altre, lasciamo correre.

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