Capiterà anche voi di incrociare persone che hanno una
dannata urgenza di parlarvi. Che se vi chiamano una volta e non rispondete,
perché non ci siete o non potete, si attaccano al telefono ogni tre minuti. La
tattica numero due –più intrisa di compassione forse – è di lasciare un
messaggio in cui vi reclamano con urgenza.
Spesso accade che chi vi pretende con urgenza, non ha
affatto urgenza. Poi scatta la sindrome del “lupo” e quando vedete 45 chiamate
in un’ora di tale persona, non vi allarmate. Chi ha davvero bisogno di voi, di
solito non si comporta così.
Come chi vi chiama costantemente la sera all’orario di cena
(magari l’unica volta in cui per voi è davvero orario di cena), per una richiesta
che potrebbe essere formulata in qualsiasi momento della giornata, addirittura
della settimana o del mese, senza neanche avere il garbo di iniziare con un “Ti
disturbo”.
E’ la varietà umana. Ma l’urgenza che vorrei recuperare, in
un mondo dove tutti sembrano avere fretta, è quella di chiudere ogni tanto la
linea e ascoltare la voce più soffocata da me: la mia. Un esercizio che
richiede pratica. E niente fretta.
Buona giornata e attenti al lupo.
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