mercoledì 2 maggio 2012

Pippo Starnazza e i capelloni

Quando papà inneggiò a Pippo Starnazza, il nonno, amante della lirica, scosse la testa. La vendetta strisciante arrivò tardi, quando mi misi ad ascoltare non solo capelloni rumorosi: qualcuno si truccava pure la faccia. Papà sospirò. Accettò anche una mia trasferta con bigiata, ma con che sofferenza.

Oggi sono così felice che i miei nipoti suonino la chitarra elettrica, chi più chi meno. E mi sono talmente applicata a rimanere giovane, che ho aperto le orecchie a band nuove: ho apprezzato i Darkness, ad esempio, e non rinnego i Tokyo Hotel.

Ma il mio collega in rete ha squarciato un argine di fronte al concerto di ieri, di cui d'accordo sono sempre stata contenuta fan, perché io sono più rockettara. Ma dopo un paio di lampi ieri mi sono letteralmente annoiata. E' tutto il sistema che mi annoia, francamente. Se avessi però un figlio che si strappa i capelli per  i cantanti di oggi - se questi vengono da Amici e dintorni - probabilmente scuoterei la testa. O sospirerei. Sentirmi vecchia no: già ho questa vaga sensazione adesso. Ma non lo ammetterei mai, si intende.

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