Quasi pronto. Sento il gusto di queste due parole, malamente accoppiate in apparenza. Insieme, si procurano piacevole male, una sorta di sweet pain.
Sono pronto, ma aspetta ancora un poco. Un istante, eh, nulla di più. Scivolo fuori, ma ancora qualcosa mi trattiene e forse mi sto indispettendo.
Quasi quasi, cantava il profeta Umberto. Anzi, lui lo diceva tre volte. Sono trascorsi tre secondi in più.
Era tutto quasi pronto. Adesso sono in ritardo.
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