Giüstu non basta, sconfina persino nel buonismo. E ribelliamoci, ribelliamoci un po'.
Basta prolungarlo e si ribalta il significato. Giüsparchèl, proprio per quello. Con queste parole ritagliate e plasmate, ul pà Carloeu traccia un'altra via: si usa come espressione di disobbedienza e di rifiuto.
Mi piace una ribellione che passa dall'irrinunciabile concetto di giusto, che affiora da una ricerca, fragile e ostinata.
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