Quando mi è arrivata la notizia dei rigori, è come se il finale fosse stato già individuato. Valgono tante leggi del contrappasso in questa strana stagione sportiva.
Ma non ho avuto la forza di accendere la tv e assistere alla gioia del "mio" Chelsea. Sì, ancora una volta sostenevo loro, un po' per tradizione anglosassone, un po' perché troppo sto proiettando - lo so - della vita reale nello sport del mondo.
La Germania fuori, e per il gioco della sorte, poiché i rigori sono una formula estremamente esposta alla fortuna. La Germania che facilmente - nel mondo finanziario politico - sta dando l'espressione di voler dettare chi sta fuori e dentro. Niente di personale, Angela.
La Gran Bretagna insultata a più riprese perché si è tenuta stretta la sterlina. Dalle torto adesso.
Mi è tornato in mente tutto il resto... i vanagloriosi e gli spendaccioni sbattuti fuori dalle Coppe. Cenerentola Olympiakos che orgogliosamente diventa regina europea, altro che principessa delle cicale questa Grecia.
Potevo accendere ed essere felici, nutrirmi di sport e di metafore.
Ma non ce l'ho fatta, non dopo la giornata di ieri.
Sono felice per te, Chelsea. Ma confesso che la mia gioia ha un sapore vuoto oggi.
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