Da piccola guardavo cartoni e telefilm americani in cui
compariva la pannocchia di granoturco.
Mi sembrava succulenta, io che ero ghiotta solo di dolci, perdevo la
testa all’idea di sgranocchiare
quell’innocuo prodotto dei campi.
Oggi sfogliando Ul Pà Carloeu, penso che forse qualche mio
antenato deve avermi trasmesso quell’appetito. Dasgarnà, leggo nel suo libro
sul Linguaggio bustocco. Sgranare. E precisa: togliere i chicchi alla
parrocchia di granoturco.
Mmm, ben rosolata. O in quel caso prima, per preparare tutto
un mondo. E tutto un mondo è nascosto in quelle pannocchie che ondeggiano ai
giochi del vento.
Buona succulenta giornata, come potete
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