Anche ai più recalcitranti è rimasto impresso “Primo maggio
su coraggio”. Già questo incorona Umberto Tozzi il profeta del Primo Maggio. Ce
lo cantava qualcosa come 30 anni fa, che avremmo avuto bisogno di una robusta
dose di coraggio: merito anche di Bigazzi, va bene, comunque ha visto lungo.
Ieri però ascoltavo un vecchio cd e sentivo come in diverse
canzoni il lavoro vibra, e ahimè ci lascia. Un mondo distante, e il canto che
mi ha più colpito è “Dimentica dimentica”. Anche qui, fermarsi, profezia in
corso.
Sento di “grida di operai” , ma dove sono finite? Il lavoro
se ne va, e anche le aziende: o perché chiudono, o perché ormai sono state
posizionate lontano dal cuore della città. Ottimo per l’ambiente, va bene, ma è
come se il lavoro fosse stato isolato, per lasciarci in pace. E quando si
spegne, non ce ne accorgiamo, finché non ci tocca.
Dimentica, dimentica. Il sospiro della madre che constata:
più sfacchino per guadagnare qualcosa, più i soldi vanno via.
Mio Dio, questa canzone è uno specchio spezzato e mi
rattrista. Dimentica dimentica, e il dispiacere scivola. Sarà così, profeta del
lavoro.
PS. Caro amico K spero che tu stia facendo il Ponte, perché
se mi leggi, non mi perdonerai mai.
Ma sì dai…
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