Anche a me a volte prende l'inverno; come forma sgrammaticata, mi assale e mi afferra alla gola prima che io me renda conto. Un brivido di troppo, la sensazione che la pioggia non debba cessare mai. Finché sento una voce che mi sgrida: ma sei matta? E' appena iniziata.
Come il mio malumore o la tristezza, che salgono e si sciolgono, più veloci di una nuvola. E se non riescono a staccarsi da terra, sono destinati comunque a fondersi con l'acqua e con l'asfalto.
Le ali finalmente libere, i passi al ritmo giusto. L'inverno è sempre in agguato, ma mi proteggo con l'ombrello delle consolazioni, e a volte riesco persino ad aprirlo.
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