Un anno fa se ne andava il mio poeta dell'infanzia e di molto prima. Così oggi mi chiedo quante, quali strane poesie abbia scritto e ascoltato Giancarlo Bigazzi in questi dodici mesi.
Un anno è enorme e potente, figurarsi se intinto nell'infinito. Eppure con l'ingenuità di bambina mi dico: non possono essere più di quelle che ci ha lasciato. Numerose, struggenti, irriverenti, incoraggianti, con un filo di nostalgia che si spezza solo a una battuta toscana.
Un anno tra strane poesie, Giancarlo, senza dimenticarti mai e sognando un Mediterraneo su cui correre.
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