domenica 27 gennaio 2013

Dachau, siamo tutti vicini

Un cassetto che non apro volentieri, è Dachau. Ogni passo, ogni visione, ogni immagine, ogni volto sono entrati in me, con una ferita incurabile. Ma nulla in confronto alla vicinanza di quel campo di concentramento.

Non nascosto, sperduto, infilato in un'area generica e impenetrabile del male. Si poteva vedere, toccare, percepire. Non apro volentieri questo cassetto, anche perché ricordo poi la sera di quello stesso giorno nella birreria di Monaco il mio assurdo tremore. Ragazzi che urlavano nell'euforia di una sbornia, nel loro tedesco, lingua da me sempre amata, quella notte li sognai e mi addolorava quella nuova paura.

Era tutto così vicino. È tutto così vicino, in ogni angolo del mondo. Possiamo non guardare e aiutare il male. Possiamo combatterlo, ripudiando ordini ingiusti, come Palatucci,che proprio a Dachau finì.

Ma la ribellione inizia con uno sguardo. Con una domanda: cosa succedendo qui? E io, come posso tacere?

"se dovessi camminare in una valle oscura
Non temerei alcun male
Perché tu sei con me"
salmo 23

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