Torno grazie a un articolo a place des Vosges. Ci arrivo con il tassista giapponese, una volta, che scambia mia mamma per mia nonna e si becca cavoli amari. Un'altra, a piedi silenziosamente.
Al cospetto di Victor Hugo, entrando in stanze inesplorabili. La piazza racchiusa in respiro leggero, che sfugge ai tentativi di nasconderlo, eppure non dà fastidio. Dicono che Jim Morrison si rifugiasse spesso lì.
Io ci andrei volentieri, ci andrò oggi, mimetizzandomi tra le righe. E salirò nella gioia perduta, mi rivestirò di nuove speranze, sentieri che ti lasciano solo finché vuoi.
E' il respiro di place des Vosges.
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