Suggestionata dalla stupenda puntata dedicata da Augias, ho sognato le mani di Chopin.
Erano mani che afferravano il mondo, solo per farlo volare, non catturarlo. E per amore ricreavano altri universi mai visti e piccoli che sotto gli occhi si animavano. Cercavano il sole e dovevano tremare.
Una melodia che parlava come tante, la chiamavano #delperché, tanto sembrava risuonare quell'interrogativo. Mi spalanca la porta di casa della mia prof, il suo invito ad accostarmi al pianoforte perdendomi dove era dolcemente lecito.
E poi corro a Parigi, al Père Lachaise. Un ragazzo dalla maglietta rock che cercava Jim Morrison e trovò te, Chopin. La sua risata felice, nel parco del riposo, come un valzer che ha perso la malinconia.
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