Il vocione del vento, ingrossato dalle paure, e un vocino esile, quello del merlo sul balcone. Mi chiedo come faccia a non tremare, a non nascondersi, a restare lì in balia della tempesta.
Rannicchiato nei suoi sogni o avvolto in una fiducia che mi è troppo difficile, cinguetta e saltella, con i suoi pensieri arruffati.
Eppure se tendo una mano, scapperà. Lui sa qual è il pericolo più triste, tra la natura e chi pensa di poterla domare.
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