Ho sognato una tavola imbandita, dove tutti si versavano vino e si sorridevano. E profumi attraversavano l'aria, unendo voci e storie, ma non avvicinando mai nessuno.
Io mi stupivo del calice vuoto, perché ero proprio convinta di aver sentito l'uno contro l'altro poco prima, in separata sede. Ma senz'altro dovevo essermi sbagliata e aver udito male.
Al contrario, al momento del congedo quelle frecciate guizzanti sono riprese, sussurrate con il più bello dei sorrisi.
Ho sognato tante tavole imbandite, in cui viene offerto cibo con veleno. E non sono sicura di essermi mai risvegliata.
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