Una giornata così, in cui le nuvole del dolore tutto attorno sembrano impenetrabili, nonostante si possa vedere ancora qualche scampolo azzurro.
Una giornata in cui sembra che il mondo sia sempre lì, oscillante su un abisso. Che cammini vistosamente sul filo del rasoio, con una innaturale incoscienza. E la paura è la pelle che devi coprire, se vuoi allontanarti da quel burrone, che hai avvistato.
Città cupe, quelle che canta Vince Neil in The edge, dove voci e carte si, ti rincorrono. Dove i tempi si affacciano su quel bordo inquietante, e tu sul ciglio del tempo. Dove sei tentato di credere che la fortuna sia la tua religione, a lei sei tentato di rivolgerti. Dove credi che ti potranno anche levare l'orgoglio ma non la corona.
E giochi ancora, con la testa piena di tempo, finché la musica cambia ritmo e si lascia addolcire. Forse quell'abisso si può allontanare.
The edge, canzone per il giorno.
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