Se la notte non sta zitta, ma canta ubriaca di pioggia, tu lasciala in pace. Quella pace che lei ci regala sempre.
E se fa del male, tu non opporle grida, ma una preghiera in sordina. Perché chi deve sentire, lo farà e ci proteggerà.
Lei non ti ascolterà perché ha scoperto di avere una voce e non le importa se le viene dalla pioggia tanto accusata da noi folli uomini. Se la tiene stretta e se riesce, accenna persino un passo di danza.
Se la notte non sta zitta, tu rispettala, sopportala e potrai accorgerti di una meravigliosa notizia: lei, con il suo rumore costante, si sta comportando come noi ogni giorno: sta gridando di essere viva.
Buona notte, con la notte canterina
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