Non è una nuova fiction con Garko, sorry. Ma di un cavaliere parlo, perché - come accade quasi sempre quando lo incrocio con la mia strada - mi lascia un segno profondo.
Bizzarro è l'incrocio delle nostre vite, in un sabato qualsiasi, per un articolo qualsiasi se ne esistessero. Lui è un signore che ha costruito tanto, sul solco di una persona amata. E adesso potrebbe riposarsi. In parte lo fa, ma il pensiero va sempre lì, nell'azienda che è un mito per tanti.
Suo nonno prese parte alla guerra di Libia, come il mio. Partirono entrambi dal Piemonte e chissà se si incontrarono. Per questo sta sfogliando il libro su mio nonno Giannino.
Oggi, sotto sprazzi di sole, mi chiama e mi dice quanto amore per la famiglia percepisca lì. E lo percepisce, perché lo possiede, probabilmente.
Come spesso accade, quando si parla del libro su mio nonno, io tengo a precisare: il libro è di mio padre, lo iniziò lui. Io l'ho solo finito e ho tenuto stretto un filo.
Il buon cavaliere commenta: lei ha saldato un debito con mio padre.
Mi commuovo e non posso nasconderglielo. Ma lui si premura di dirmi: volevo farla sorridere, non commuoverla.
Lo sto facendo.
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