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giovedì 17 gennaio 2013

Strutter, canzone per la notte

Più l'ascolto, più penso che sia un inizio perfetto. Essenziale, come una canzone di quattro ventenni folli e affamati dev'essere.

Strutter, tu vanitosa che so quanto mi farai soffrire. Inizia la lamentela del ragazzaccio che finge di fare il ferito; finge perché sa di non poter fare a meno di lei, così testarda da farti camminare lontano, se vuole, da trascinarti alle lacrime, mentre indossa i suoi vestiti più stralunati.

Parole essenziali, musica perfetta perché si nutre di una grinta da anni '70, che pensa ancora di rimanere a Nyc, passeggiando al Central Park, truccati all'inverosimile e così naturali. Guarda, ci sono i Kiss.

Adesso bellezze californiane, e quante rifatte. Vuote, non vanitose.

Strutter fa venire in mente ragazze ribelli che costringono a strisciare con uno sguardo ragazzi ribelli che null'altro chiedono.

Notte vanitosa, come 40 anni fa. Come la prima canzone.

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