Niente canzone, ma un lungo, infinito assolo, stasera. Rimugino sulla storia di Mick Mars, il chitarrista più silenzioso che ci sia. No, forse non proprio, ma diciamo che è tra i primi dieci.
Aggredito l'altra sera sullo stage, mi dispiace. Mi addolora anche la sua malattia, che gli rende così difficile muoversi, ogni anno di più. Ma c'è qualcosa di più forte, che non gli impedisce di regalare musica, note magiche che escono dalle sue dita e dal suo cuore. Note rabbiose perché la vita è un calcio negli stinchi (e Arguta Paffuta ne ha preso uno per ciò che stava suggerendo). Note struggenti, perché innamorarsi accade ogni giorno.
Mick Mars che non si lagna mai, così uno tende a non accorgersi di ciò che affronta. E' la sorte dei coraggiosi, che poi non hanno una dose infinita di forza dentro di sé: la cercano ogni giorno come e più degli altri, tutto lì. Forse anche dentro una chitarra.
Porgimi un assolo, vecchio Mick. Io non ho niente da darti, se non una preghiera, sussurrata nello spazio tra una canzone e l'altra.
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