Rileggo un tuo biglietto, una delle tue delizie descrizioni di giornate d'estate. Ricevi visite, in parte inaspettate, e uno si mette a fare strani esercizi nel tuo prato.
Ora, io immagino la scena. Vedo i tuoi occhi belli che si posano sul giovane, tra gli altri c'è anche lei, che ti ammirava tanto e che tanta pazienza ha avuto con me. Ognuno ha il suo commento da offrire, ma io non credo che tu ti metta a parlare.
Rileggo l'aggettivo da te usato: interessante. E ho voglia di ridere, ridere forte, buttandomi tra le tue braccia. Mi sembra di vedere l'espressione dei tuoi occhi, che quell'aggettivo plasmano a modo tuo.
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