Chissà perché prendersela con la pioggia. A parte la scontata considerazione che non decide lei quando e come presentarsi, credo che ci faccia un sacco di piaceri. Oltre a quello sancito dalle leggi della fisica.
Ci fornisce ad esempio l'occasione di ripararci dall'eccesso di apparire, coperti dall'ombrello, dal cappello o con il capo reclinato per sfuggire alla doccia. Metti che quel mattino ti sei vestito a caso o che la tua faccia per poco non abbia rotto lo specchio per il fare ingrugnito che hai, voilà.
Ci dà l'alibi se scivoliamo, pronta ad addossarsi la sua parte di colpe, e anche più. Sono caduto per la pioggia, ecco.
E poi smettendo di scherzare. Ci accarezza la pelle, anche se non lo vogliamo; ma se ci fermassimo un anno, coglieremmo la sua tenerezza.
Fa di tutto, forse, per richiamarci con sensibilità o destrezza. E noi, impegnati a maledirla, non riusciamo ad allontanarne le attenzioni.
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