Sempre a frugare tra le immagini, cado schiava di quelle che invece di distendersi su un luogo o un volto, si affidano agli angoli.
Un angolo su cui sollevare il mondo per nasconderlo o scoprirlo. Da cui far emergere un particolare suadente o triste. In cui ridimensionare le pene, se necessario anche i sogni.
Un angolo di pietra o morbidissima stoffa, di spine o di erba tentatrice.
Questione di angoli, trovare la linea che fugge fuori da una foto, da un disegno, da noi.
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