Vengo dalla profonda gioia della mia squadra, tra amici e bimbi che sgranocchiavano patatine, pizzette e azioni in campo.
Sono schifata da ciò che vedo in tv a Genova. Da quello che viene spacciato per tifo, certo. Ma anche e soprattutto dalla nostra viltà. Come si può piangere o trattare con chi calpesta lo sport? Con chi pensa di poter comandare e disfare?
Che cosa è mai diventato questo nostro Paese, che si vanta di essere la culla del calcio. Sta diventando solo la culla dei prepotenti.
Io mi vergogno. E se tengo duro, è solo perché penso alla mia piccola grande squadra che amo e che sogno di non vedere mai ostaggio di nessuno.
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