lunedì 30 aprile 2012

Diavolangelo e il rifugio


Ieri sera un sms della mia amica Diavolangelo (in realtà è mia gemella, io sono il diavolo, lei l’angelo) si univa ai miei festeggiamenti della nostra amica Santa Caterina. Con un sorriso mi sono soffermata ancora a Siena, poi mi sono spinta a Roma. Santa Maria della Minerva, dove la santa in apparenza riposa, mentre nella realtà si prodiga ancora.

E poi, spinta dal ricordo sempre di Diavolangelo (che veglia su di me, anche quando tace) sono finita a Santa Maria Maggiore. E’ la chiesa  che amo, la chiesa dove trovo rifugio anche quando i miei fumi sono nerissimi. Preghiera,  meditazione e una confessione intensa come mai ho avuto, forse solo a Marsiglia – guarda caso – a Notre Dame de la Garde, una bizzarra confessione in italo-francese: il ponderare i vocaboli aiutavi.

Mi manca, Santa Maria Maggiore. Mi manca la sua dimensione immensamente umana, la sua penombra buona, lo sguardo che si scioglie. Mi manca, e mi scopro già in cammino.


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