Ieri sera un sms della mia amica Diavolangelo (in realtà è
mia gemella, io sono il diavolo, lei l’angelo) si univa ai miei festeggiamenti
della nostra amica Santa Caterina. Con un sorriso mi sono soffermata ancora a
Siena, poi mi sono spinta a Roma. Santa Maria della Minerva, dove la santa in
apparenza riposa, mentre nella realtà si prodiga ancora.
E poi, spinta dal ricordo sempre di Diavolangelo (che veglia
su di me, anche quando tace) sono finita a Santa Maria Maggiore. E’ la
chiesa che amo, la chiesa dove trovo
rifugio anche quando i miei fumi sono nerissimi. Preghiera, meditazione e una confessione intensa come
mai ho avuto, forse solo a Marsiglia – guarda caso – a Notre Dame de la Garde,
una bizzarra confessione in italo-francese: il ponderare i vocaboli aiutavi.
Mi manca, Santa Maria Maggiore. Mi manca la sua dimensione
immensamente umana, la sua penombra buona, lo sguardo che si scioglie. Mi
manca, e mi scopro già in cammino.
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