Pensando e ripensando (anche se bastava la prima fase), metto a fuoco quanto siamo stro...mboli noi giornalisti. A volte di una superficialità inaudita, incoscienti come se non sapessimo che ciò che scriviamo esce su un foglio diffuso nelle edicole, mica nel nostro diario segreto.
Una parola di troppo, uno sfottò... Però accade, persino quando siamo stupidi, che possiamo veder fiorire boccioli meravigliosi, se dall'altra parte ci sono persone speciale. Dovrei stendere una lista interminabile di chi ho offeso, inavvertitamente, e me ne dolgo.
Una volta un giovanissimo consigliere sbagliò un nome di battesimo, al suo primo intervento, nei confronti di un altro esponente dell'assemblea (mio Dio sto scrivendo da barbosa giornalista). La mia ironia gemelliana si scatenò e per colpa mia fu chiamato dai suoi amici a lungo "Frank Capra" in omaggio al suo - riportato - errore.
La mia fortuna è che questo ragazzo, ormai uomo, è garbato e intelligente. L'ha presa con spirito e io ormai da una vita lo chiamo affettuosamente Frank. E' proprio una brava persona, e ha il cuore tigrotto, il che me lo rende ancora più simpatico.
Mi sopporta da 15 anni ormai, quando lo incontro io grido Frank. E vorrei essere stata meno scema, ma forse almeno in questo caso - lo fossi stata - non avrei conosciuto davvero una brava persona come lui.
Grazie, Frank.
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