Cerco di mettere a posto infinite foto, infiniti documenti. Mi balza all'occhio la rivista tessile Sulzer di 60 anni fa. La foto ingiallita, come quei telai.
Vecchi telai, con volti assorti. Penso che devono resistere almeno i giovani entusiasmi. Ma da qualche giorno ho un unico desiderio: non incontrare un ragazzo che non abita lontano da me. Da qualche settimana non lo vedo, ma so tutto. Me lo ricordo anni fa, felice di iniziare a lavorare nella comunicazione.
Non importavano gli orari, pazienza se i contratti venivano rinnovati a puntate, o se doveva girare luoghi di cui non sapeva nulla.
L'ultimo contratto non è stato rinnovato. E qualche giorno fa i genitori l'hanno convinto ad andare a un centro per l'impiego: gli è costato, molto. Anche se quei contratti erano provvisori, era diventato naturale che si ripetessero.
Non so per chi lavorasse, non so quanto guadagnasse. So quanto sognasse.
Non oso incontrarlo, non ce la faccio ancora, finché non saprò dargli almeno un sorriso. Convinta che quei sogni siano ancora dentro di lui, e non possa spegnerli nessuno.
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