Mi sono trovata persino a ondeggiare tra gli Aerosmith e i Bon Jovi, segno di stanchezza o di vecchiaia. Anche qui c'è un confine che unisce: un cavallo immaginario.
Non so come, non so neanche se avverrà in realtà, ma mi troverò ancora in sella. Leggera, perché ho buttato la zavorra dei sogni, il mio destriero - forse un ronzino - trotterella anche meno convinto di me. Forse mi metterò in viaggio perché devo: ho suonato il rock davanti a milioni di facce e ancora dovrò farlo, come un fardello consegnato per la vita.
Ma sono in sella ancora, mi vedi, mentre entro nella città da sola, alla luce della luna. E non faccio incontri scoppiettanti alla Aerosmith; credo anzi, che si tratti di un villaggio abbandonato. La lingua arida come i sentieri, un sorso in un saloon che cade a pezzi.
E tutto andrà bene di fronte al giorno che sorge. Perché sono ancora in sella.
Back in the saddle, canzone per la notte.
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