Ho lasciato i boccioli rossi, contando dentro di me il tempo che sarebbe stato necessario per accogliere il fiore.
E vago tra la pioggia, mi addormento sulla poltrona, mi scuote un cinguetto più vivace. È uscito il sole, giusto a controllare. Ma si deve essere soffermato lì un istante più del dovuto, perché ripassando davanti all'azalea vedo all'improvviso il fiore, aperto, senza esitazioni.
È bastato così poco, trasformato in tutto.
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