Indaffarata a rispondere alle domande di bambini, osservo il punto interrogativo e ciò che lo circonda.
Ci sono domande che fanno stare proprio bene. Rivelano la voglia di conoscerti nelle piccole cose e magari in quelle più impegnative, ma senza invadenze. Domande che ti fanno esistere un po' di più, quindi metti da parte per tempi incerti.
I miei colori. Il mio cibo. Il mio cammino. Quando ci rivedremo.
Ma sapete qual è la domanda più bella?
Come stai? Sembra scontata, ma non la fa più veramente nessuno. I punti interrogativi scivolano via, soffocati dalle (auto)affermazioni, dagli esclamativi facili.
Bambini... Vi state avvicinando alla fine di un anno e il vostro sorriso profuma di sole.
Come state? Vi adoro.
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